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Pizza è una parola unica come "ti amo"

Rincontriamo Antonio Mezzero, “ospitato” diverse pubblicazioni fa nella rubrica Pizza Chef come vincitore del Trofeo Caputo 2018. Stavolta lo intervistiamo come pizzaiolo “esperto” del mercato portoghese, su consiglio dell’azienda Gi.Metal che lo segnala alla redazione fra i suoi clienti all’estero.

Antonio, da quanto tempo sei in Portogallo e perché hai scelto questa nazione?mezzero.jpg
«Sono qui da undici anni: per due anni ho lavorato con mio fratello, da nove ho la mia attività che ha cambiato insegna nel 2017 portando il mio nome e cognome. Ho scelto questa nazione per fatalità: ero in Germania, ma non amavo né il clima, né la cultura lontana dalla mia solarità. Sognavo di andare fuori dall’Europa. Poi mio fratello sposò una portoghese, feci un fine settimana da loro e non lasciai più Porto».

Cosa ti ha colpito?
«Aria, clima, mare, libertà, purezza della vita, è come se arrivato qui fossi uscito da un carcere. Ho iniziato a vedere che le persone amano gli italiani. Ora ho tre figli, sono sposato e felice: qui ho trovato la serenità privata e il successo professionale. La pizzeria è diventata un punto di riferimento per Porto e la nazione».

 
C’è differenza con l’Italia nel portare avanti un locale?
«È una nazione delicata, essendo molto piccola solo i migliori vanno avanti. Però è una nazione che ben accoglie l’italiano. Ma quando arrivi devi avere uno standard alto. Io personalmente ho investo tantissimo su di me in immagine, ma soprattutto nel mantenimento dell’eccellenza del prodotto. Mi dedico. Non mi ritengo mai arrivato.
Da dieci anni qui iniziano a capire cos’è il buon piatto italiano anche grazie al mio lavoro e al Campionato Portoghese della Pizza da me fondato insieme alla Nazionale Portoghese dei pizzaioli. Ripeto, per sopravvivere qui bisogna puntare all’eccellenza».

Cosa apprezzi della cucina portoghese?
«Il vino (a cui ho dedicato l’Antonio Mezzero Trophy in abbinamento con pizze gourmet), l’olio d’oliva, i formaggi, secondo me i migliori al mondo; ottimo anche il pesce. In Portogallo hanno prodotti d’eccellenza, ma non hanno la nostra cultura gastronomica. Qui c’è anche una buona pasticceria, ma non hanno farine ottime come quelle italiane».

mezzero-2.jpgIl tuo modo di vedere la pizza, ce lo racconti?
«Controllo temperature, controllo gli ingredienti tutti italiani. Ho maturato tanta esperienza. Ogni pizza che esce dal forno la controllo. Per me ogni impasto è un figlio. Occorrono meno di tre minuti per far la pizza napoletana, ma dietro ci sono due giorni di preparazione (controllo dell’umidità, condizioni termiche del laboratorio, ingredienti che si stressano facilmente). La napoletana, io dico, è la bibbia del cibo italiano. E dico anche sempre che mangiare è essenziale e bisogna mangiare bene. Allora ad ogni pizza io dico “ti amo” perché la pizza e l’essere pizzaiolo mi fa vivere al meglio ogni giorno».

 

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25/07/2019

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